... deve sempre pensarci qualcun altro.....
"Quando le immondizie arriveranno al quarto piano impareranno da soli come si fa."
è giunto il momento che decidano cosa fare da grandi.
:::::::: REGOLE DI CORRETTEZZA::::::::
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mercoledì 29 giugno 2011
237) NAPOLI: emergenza infinita.
sabato 25 giugno 2011
giovedì 2 giugno 2011
235) QUESTIONE IMMIGRATI: Lettera del Sindaco di Scorzè al Ministro Maroni ed al Prefetto.

Egregio Signor Ministro, Gentile Signor Prefetto,
La presente in riferimento alla odierna cortese richiesta, proveniente dal Signor Prefetto, di comunicare le disponibilità ricettive nel territorio di competenza del Comune di Scorzé per l’accoglimento di profughi provenienti dai paesi del Nord Africa.
Come già specificato nel corso dell’assemblea svoltasi il 18 maggio, sono a rappresentare alle Signorie Illustrissime Vostre la più ferma, convinta e totale contrarietà dell’Amministrazione Comunale a collaborare con il governo nazionale per attuare una soluzione non condivisa al problema dei profughi. La proposta del Governo nazionale di approntare strutture comunali di accoglimento a fronte di un versamento giornaliero dai 40 ai 46 euro a persona al giorno non è infatti attuabile né sostenibile.
Non è attuabile perché l’Ente Comune non è l’organo deputato a far fronte ad una emergenza simile. Non disponiamo di strutture, non abbiamo disponibilità organizzative. Ci troviamo in situazioni operativamente non concretizzabili a fronte di una necessità di assistenza e sorveglianza prolungate e indefinite.
Non è sostenibile per una serie di ragioni politiche. La prima riguarda la natura del fenomeno: le persone sbarcate vengono definite “profughi”. Sappiamo tutti quanto questa definizione sia opportunistica. Si è di fronte a un fenomeno migratorio di massa di persone che non provengono solo da zone di guerra ma che, in tutta evidenza, sono in Italia per ragioni economiche e non di persecuzione personale. Definire di principio tali uomini come profughi e mantenerli in strutture di accoglienza è una precisa scelta politica del governo nazionale, ben al di là della natura delle cose. E’ un atto di ipocrisia politica non accettabile e, comunque, non razionale. Ogni persona che arriva o si trova qui in Italia potrebbe quindi essere definita profuga o potrebbe chiedere di essere definita tale.
La seconda ragione politica di contrarietà sta nel sostegno economico previsto. In un momento di fortissima crisi economica, come è possibile prevedere l’enormità di 40 euro al giorno a persona, pari a 1240 euro al mese? L’esperienza di amministratori comunali ci fa capire subito la gravità di una scelta del genere: abbiamo nel nostro territorio interi settori della popolazione in difficoltà. Pensionati minimi, diversamente abili, studenti e disoccupati, tutte categorie che vivono con molte meno risorse e alle quali rispondiamo che oggi lo stato non ha soldi, non ha possibilità. Gli stessi cassaintegrati al mese precepiscono una indennità inferiore, per non parlare di molti stipendi di operai generici o non specializzati. Vi sono centinaia di famiglie indebitate per pagare mutui mensili che vivono con cifre ben inferiori. E’ impossibile giustificare tutto questo. Ricorrere a incrementare i finanziamenti per accogliere queste persone immigrate irregolari al fine di vincere le resistenze politiche, è un tipico modo centralista e tardo imperiale per far digerire alla periferia scelte non condivise. In questo caso però le contraddizioni scoppiano in modo deflagrante: i soldi pubblici vengono dai nostri cittadini. Oggi una scelta del genere è un insulto.
La terza obiezione è che già oggi nel nostro territorio esiste, seppur limitato, il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Perché il clandestino che si trova nel nostro paese non può essere sostenuto e va espulso e questi immigrati altrettanto clandestini vengono invece tutelati? Essendo il nostro uno Stato di diritto, tale differenziazione non è giustificabile. Se una persona arriva a Lampedusa allora ha diritto alla proposta di accoglienza, se è già qui, magari da mesi o anni, in condizioni di precarietà e illegalità, a volte sfruttato e senza protezioni, allora non ha più diritto a nulla. La legge deve essere uguale per tutti e non rispettarla e non farla rispettare è il primo errore della classi dirigenti. Noi siamo convinti che il fenomeno migratorio vada fermato perché ha superato, e non da oggi, la soglia di sostenibilità e di integrazione pacifica. Su questa linea vi è stata, finora, la politica del Governo. Se vi è un cambio di visione, lo si dica esplicitamente e lo si applichi a tutti gli immigrati. Non si ricorra a definizioni tipo “emergenza”, “calamità” o “stato di necessità”.
Con la dovuta premessa che essendo obiezioni di natura politica, esse vanno rivolte più propriamente all’organo politico di vertice, il Ministro degli Interni, e non alla rappresentanza amministrativa territoriale del Governo; in questo senso e con questa motivazione, abbiamo inserito come primo destinatario della presente il Ministro stesso.
Di poco momento è il richiamo in questi giorni effettuato alla solidarietà tra Istituzioni. Essa c’è comunque, come è obbligo e doveroso che sia. Ma non si può scambiare la solidarietà per acquiescenza, il rispetto per riverenza e la collaborazione per servilismo. L’Ente Comune non è gerarchicamente sotto ordinato né è organo meramente esecutore della volontà dell’Esecutivo nazionale. I cultori dell’autonomia e della sussidiarietà lo hanno ben presente. Il Comune è la più vicina espressione di rappresentanza dei cittadini e, come organo amministrativo, risponde politicamente agli elettori per la propria competenza.
Noi facciamo appello al Governo affinché modifichi le decisioni prese ed avvii le procedure per il rimpatrio degli immigrati irregolari nel rispetto delle attuali leggi in vigore. In caso contrario, non condividendo la scelta effettuata, attueremo tutte le forme di protesta e di pacifica disobbedienza rispetto ad una politica inconcludente, intellettualmente ipocrita e operativamente confusa; salva, ovviamente, ogni ulteriore riserva di intraprendere le azioni, anche legali, più opportune.
Assicuro le Signorie Illustrissime che se fossimo posti di fronte all’alternativa di scegliere tra la fedeltà al mandato ricevuto dai cittadini di Scorzé e l’esecuzione di un ordine proveniente dal Governo, sceglieremo sempre e comunque, anche a costo delle dimissioni, la fedeltà al nostro territorio.
Cordiali Saluti,
Giovanni Battista Mestriner
sabato 14 maggio 2011
234) “CASE ATER? PRECEDENZA AGLI ITALIANI”
Questa la decisione presa dal Consiglio comunale di Scorzè per il bando d’assegnazione degli alloggi Ater. Una delibera che ha scatenato polemiche, tanto che le minoranze considerano discriminatorio il provvedimento verso gli stranieri.
nel comune da 15 anni. Si tratta di una svolta importante per la città, perché sinora, per assegnare le case, si erano seguiti altri parametri ma ora la maggioranza ha deciso di dare la precedenza agli italiani.
privilegiare chi è in lista da anni, e si è sempre visto passare avanti da altri con diversi requisiti. E poi nell’ultimo biennio abbiamo avuto un occhio di riguardo per gli anziani.
perché è discriminatoria. Avevamo proposto un emendamento allargando i benefi ciari a tutte quelle persone, anche straniere, che abitano qui da tanti anni”. Insomma, anche a Scorzè come in tante parti del Veneto le pressioni dei residenti sugli enti locali, per avere una casa popolare sono molto forti e hanno inciso sulla decisione del comune, che trova forte apprezzamento negli strati
popolari.
in tanti altri stati europei.
lunedì 11 aprile 2011
233) Il Consiglio Comunale di Scorzè dice NO ai clandestini.

domenica 3 aprile 2011
232) Pensioni ai "Nonni" extracomunitari: è boom di domande.
Senza aver mai versato contributi incassano 7.156 euro l’anno Gli extracomunitari con carta di soggiorno fanno arrivare in città i genitori over 65 che all’Inps chiedono il ‘vitalizio’ Tredici mensilità da 550,5 euro, mentre un veneto non ne incassa più di 500 pur avendo versato contributi per anni Ci sarebbe una certa preoccupazione anche a Modena per il dilagare di richieste d’ assegni sociali da parte di immigrati che, a quanto sembra, stanno mettendo in seria difficoltà l’Inps. Non esistono cifre precise del fenomeno,che possono essere forniti solo dalla Direzione Generale di Roma. Dalla capitale ci spiegano che i dati, per singole province, possono rilasciarli solo dopo una richiesta scritta all’Inps di competenza, incaricata poi di inoltrarla alla stessa Direzione Generale. Insomma, forse fra qualche mese si potrà sapere qual’è la situazione sul fronte assegni sociali agli immigrati. Ma in che cosa consiste questa richiesta da parte degli immigrati degli assegni sociali? Le cose stanno così: gli immigrati che hanno compiuto i 65 anni e non hanno redditi oppure sono sotto la soglia dei 5mila euro annui, hanno diritto a quella che una volta si chiamava “pensione sociale”. Quando gli extracomunitari regolari residenti in città o in provincia con tanto di carta di soggiorno in regola e residenza, si sono accorti delle normativa di legge – tutto deriva dalla legge 388 del 2000 (inserita nella finanziaria 2001 dell’allora governo Amato) che ha riconosciuto l’assegno sociale anche ai cittadini stranieri – non hanno fatto altro che presentare domanda di ricongiungimento familiare e far arrivare a Modena genitori o parenti anziani. Tra gli immigrati extracomunitari, pare che gli albanesi siano stati gli antesignani e maestri in materia. Come funzione questa legge varata dal parlamento italiano? L’extracomunitario regolare, dopo aver fatto venire a Modena i congiunti, manda i familiari o il familiare ultra- 65enne all’Inps. Qui l’interessato autocertifica l’assenza di reddito oppure dichiara la pensione minima nello Stato di provenienza – che deve essere certificata – e il gioco è fatto. L’Inps a quel punto eroga 395,6 euro al mese di assegno sociale, più 154,9 euro di importo aggiuntivo. In totale 550,5 euro per 13 mensilità quindi 7.156 euro l’anno, esentasse. In sostanza genitori, nonni e parenti tutti over 65 di lavoratori extracomunitari, percepiscono i 7.156 euro all’anno, senza aver mai versato alcun contributo all’Inps. Tutto questo mentre una buona fetta di pensionati nostrani, percepisce pensioni di 500 euro al mese, meno dell’assegno agli anziani stranieri e tutto questo dopo aver versato contributi e pagato tasse per una vita. C’è poi un altro particolare che sa tanto di “beffa”: se il genitore, il nonno, il parente straniero in Italia non si trova bene, può tranquillamente tornare in patria, tanto l’assegno continua a decorrere. E nei paesi nordafricani con queste cifre si vive da “nababbi”. Ultimamente comunque sono satte adottate restrizioni e gli stranieri che beneficiano dell’assegno sociale non devono lasciare il nostro paese. Le domande degli stranieri per l’assegno sociale sarebbero in costante aumento e vengono quasi sempre accolte dall’Inps, visto che la legge non prevede nè un minimo di versamenti e nemmeno un certo tempo di residenza.
venerdì 4 febbraio 2011
231) Il federalismo purtroppo è solo un leggero surrogato di ciò che servirebbe veramente.
pubblicata da Gabriele Michieletto il giorno giovedì 3 febbraio 2011 alle ore 19.49
Una parte della nazione lavora, produce ricchezza, l'altra parte costa.
una parte della nazione vive di lavoro autonomo e libera impresa, l'altra parte di impiego pubblico.
una parte della nazione rispetta le regole, l'altra parte se ne infischia.
una parte della nazione è sottoposta a controlli, indagini, fisco, regole... messe in atto dall'altra parte della nazione.
si, perchè nove militari e mezzo su dieci sono meridionali, dieci finanzieri su dieci soino meridionali, nove poliziotti e carabinieri su dieci sono meridionali, nove prefetti su dieci sono meridionali, nove procuratori su dieci sono meridionali, nove dipendenti pubblici su dieci sono meridionali....
nove aziende su dieci sono al nord, nove euro su dieci vengono dal nord, (ma nove su dieci vengono spesi al sud)
chi controlla le aziende del nord sono forze dell'ordine del sud, chi controlla i conti dei lavoratori del nord sono finanzieri del sud, chi controlla gli automobilisti del nord sono poliziotti del sud....
così al nord se guidi senza casco ci rimetti la moto e paghi la multa, al sud se ne fregano..
al nord il lavoro in nero è punito severamente, al sud oltre metà delle persone lavora in nero, la sorella di quel finanziere che qui ti rompe il culo per uno scontrino a caserta ha un laboratorio con sei donne che lavorano "all black" e la ditta non ha neppure la partita iva... e quando il fratello va a trovarla le dà pure una mano...
non serve creare due nazioni, perchè già ora ci sono due nazioni.
il fatto è che chiedere la cosa più naturale del mondo, ovvero l'autodeteminazione di un popolo, qui da noi resterà un sogno, perchè stato, forze dell'ordine, magistratura, prefetture e tutto l'apparato pubblico non potrebbero sopravvivere senza il nord coglione che lavora e paga per mantenerli...
non si lasceranno scappare la fonte di reddito che garantisce la loro sopravvivenza, non si lasceranno scappare chi da sempre li mantiene senza battere ciglio.
anche una rivoluzione armata sarebbe impensabile, tutto l'esercito ci sarebbe contro.
cambiare le regole da roma? ci stiamo provando, ma è nato il "partito trasversale del sud" che va da fini a vendola, da rutelli a di pietro, dai magistrati a santoro, passando da quel pd che si proclama progressista ma che si dimostra becero e inchiodato su vecchie logiche di gestione ammuffite.... tutta gente che si fa mantenere allegramente da quel nord che non ha ancora preso pienamente coscienza della necessità di scaricare la zavorra per poter finalmente vivere secondo le proprie possibilità e le proprie forze.
forza nord, è tempo di svegliarsi.
mai come oggi mi sento secessionista, mai come oggi sono stanco di questa situazione insostenibile, fanculo roma, romani, centralisti, mafiosi, mantenuti, fanculo tutti.
sabato 8 gennaio 2011
230) Facebook CENSURA l'account "Amici Lega Nord Scorzè", con gruppi e 4900 amici.
sabato 11 dicembre 2010
229) UNITA'? Unità di cosa?
parto da un ragionamento dell'amico Bellei, e da alcuni discorsi che da qualche mese si fanno insistenti....
Incessantemente, l’informazione “politicamente corretta” e i libri di scuola descrivono il Risorgimento come un unanime e festosa azione di un popolo che si è liberato da una odiosa combriccola di loschi tiranni.
Il 150° potrebbe essere ormai l’occasione per rivedere più serenamente e onestamente quegli avvenimenti: tutto lascia però pensare che la corrente patriottica ridia fiato alle trombe della retorica più ottusa. Solo nell' ambito dell’editoria storica la parte unitarista sembra tenere uno strano silenzio, a fronte della pubblicazione di numerosi studi e libri che analizzano invece le vicende in maniera assai diversa dall’annacquata narrazione patriottica. Perchè vogliamo l'indipendenza della Padania
Nel gennaio 1861 si tennero le elezioni per il primo parlamento unitario. Su quasi 26 milioni di abitanti, il diritto a votare fu concesso dai nuovi governanti solo a 419.938 persone (circa l'1,8%), sebbene soltanto 239.583 si recassero a votare; alla fine i voti validi si ridussero a 170.567, dei quali oltre 70.000 erano di impiegati statali. Vengono eletti 85 fra principi, duchi e marchesi, 28 ufficiali, 72 fra avvocati, medici ed ingegneri.
L'unità d'Italia, un'unità cercata dalla massoneria e dai poteri forti in odio alla chiesa cattolica e contro la volontà stessa dei popoli: il risorgimento è stato un movimento che aveva al suo interno, uomini di potere monarchico,e che con la nascita dell'Italia unita , ha rovinato tutte le peculiarità locali che caratterizzavano la penisola.Per chi non ha gli occhi foderati di prosciutto può tranquillamente constatare che dopo più di un secolo di occupazione militare italiana i risultati di questa operazione sono : dal collasso economico della pubblica amministrazione, la totale disintegrazione del tessuto economico del mezzogiorno e le tasse esorbitanti da stato sociale modello Scandinavia (salvo poi restituire una qualità di servizi da paese da terzo mondo).
La lega nord per l'indipendenza della padania non è assolutamente contro i meridionali ma li considera come gli emiliani, i romagnoli, i veneti, ecc. ecc. vittime dello stato unitario italiano e appoggia chiunque in quelle terre voglia ribellarsi all'inefficienza e all'arroganza dell'invasore.
quando si cerca di mettere assieme per forza cose troppo diverse non si ottiene una amalgama, ma un minestrone, una accozzaglia di cocci, un insieme di calcinacci.
il tentativo di creare uno stato unico (italia) con ogni mezzo ( impiego di mecenari, elezioni truffa) ha portato a due, anche tre macroregioni talmente diverse per indole, abitudine, clima, necessità, mentalità da non poter essere definite popolo, un veneto ha molte più cose in comune con un austriaco che non con un calabrese o un sardo, un siciliano ha una mentalità che poco si confà a quella valdostana o emiliana, i tranquilli abruzzesi si offendono se paragonati ai vicini campani.
cos'è l'italia? cos'è la sua ipotetica unità? cosa c'è da festeggiare?
penso non sia il caso di spendere un solo minuto o un solo euro per ricorrenze come questa.... ma se proprio avanza qualche euro invito a darlo a chi ne ha bisogno, sarà almeno speso con coscienza.
venerdì 23 luglio 2010
228) IL"RALLY CITTA' DI SCORZE' 2010" diventa internazionale, il 20, 21 e 22 Agosto la grande festa motoristica.
mercoledì 12 maggio 2010
227) FEDERALISMO FISCALE: AVANTI TUTTA!
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"Molto soddisfacente il lavoro svoltosi in Commissione, durante il quale si è proceduto con la conclusione dell'audizione del ministro Calderoli". Così Enrico La Loggia, presidente della Commissione Parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale. "Particolarmente significativa l'intenzione manifestata dal ministro in ordine alla nostra proposta, condivisa dall'intera Commissione, di destinare all'abbattimento del debito pubblico i proventi derivanti dalla valorizzazione dei beni trasferiti dal patrimonio dello Stato agli enti territoriali", aggiunge La Loggia.
L'INCHIESTA - Diecimila terreni, 9 mila fabbricati, 5 mila chilometri di spiagge, 234 corsi idrici, 69 laghi per un’estensione di 550 chilometri quadrati: diventeranno “federali”. Sono i 17.400 beni che ora appartengono allo Stato, è la prima spartizione: entro il 21 maggio passeranno alla gestione di Regioni, Province, Comuni e alle future città metropolitane.
Il federalismo demaniale. Si chiama federalismo demaniale, ed è il primo passo reale della vecchia “devolution” avviata in Parlamento. Alla fine dello scorso anno, infatti, il Consiglio dei Ministri ha varato uno schema di decreto legislativo che si intitola appunto federalismo demaniale e che fissa i principi generali e le procedure per regolare il trasferimento di parti del patrimonio immobiliare dello Stato a favore degli enti territoriali. Il decreto legislativo del governo, ora all’esame del Parlamento, da approvare e trasformare in legge entro il 21 maggio, pur non contemplando la cessione dei beni storici e culturali del nostro Paese lascia aperta più di una questione.
Le origini del Demanio. Partiamo dal principio. La materia oggetto del decreto del governo ha origini lontane. Il Codice civile del 1942, infatti, stabilisce che lidi, spiagge, porti, fiumi, laghi, acque pubbliche, miniere, aeroporti, beni storici, archeologici e artistici, ferrovie, grandi strade, acquedotti, caserme, foreste appartengano allo Stato e siano gestiti dal Demanio. Nel tempo però sono entrati in scena nella nuova Costituzione anche gli enti territoriali: Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane, parte integrante dello Stato, con il loro diritto a gestire una parte del patrimonio pubblico.
Idea di base: la “valorizzazione” dei beni. Il passaggio dei beni a questi enti territoriali avverrà gratuitamente e l’idea cardine alla base del decreto è quella di “valorizzare” tali beni, sui quali ora lo Stato guadagnerebbe davvero poco. La ragioneria dello Stato, infatti, ha spiegato che il patrimonio statale vale 46,823 miliardi di euro ma ne frutta appena 189 milioni l’anno: il demanio marittimo rende allo Stato 97 milioni di euro l’anno, cioè 190 euro per ogni 100 metri di spiaggia, le miniere fruttano 347 mila euro, mentre dai canoni di concessione per l’uso delle acque pubbliche si ricavano appena 2,7 milioni.
Per quanto riguarda le spiagge, ad esempio, le Regioni hanno la competenza legislativa sul turismo, ma i canoni demaniali li riscuote lo Stato, così oggi i Governatori non sono spinti in alcun modo a legiferare sulla materia.
Nell’ambito del federalismo demaniale – rende noto inoltre la Ragioneria – il patrimonio trasferibile e’ pari a 2,975 miliardi, in quanto il resto e’ indisponibile o demanio storico-artistico che e’ trasferibile solo a determinate condizioni.
Una quota “irrisoria” del patrimonio pubblico. L’operazione riguarderà dunque una «quota irrisoria» del patrimonio pubblico, fa sapere il direttore dell’Agenzia del Demanio, Maurizio Prato. Un patrimonio pubblico per lo più sconosciuto, se si pensa che il termine concesso a tutte le amministrazioni per comunicare i beni posseduti scadeva il 31 marzo scorso, ma la conclusione di queste comunicazioni è ancora molto lontana.
Il primo decreto attuativo del federalismo fiscale potrebbe valere solo 5,5 miliardi di euro secondo il Demanio. Prato, infatti, ha dichiarato nei giorni scorsi che, sebbene «non è dato conoscere preventivamente l’entità quantitativa dei beni di proprietà dello Stato che saranno concretamente incisi dall’operazione», difficilmente la somma potrà superare i 5 miliardi.
Per Calderoli: “Tanti i beni da riutilizzare”. In disaccordo sulle cifre fornite da Prato il ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli. «Il patrimonio demaniale – ha dichiarato il politico leghista – è una cosa, ma ci sono tanti altri beni che non fanno parte di questo patrimonio». Tra questi i fiumi, che solo teoricamente non valgono nulla ma che potrebbero essere dati agli enti locali e da questi girati in concessione ai produttori di energia elettrica. Oppure gli edifici che le amministrazioni statali hanno in uso ma non utilizzano e che verrebbero riconvertiti e utilizzati.
A chi andranno i beni demaniali. Ma al di là dei numeri, i dubbi e le questioni aperte dal federalismo demaniale restano tante: prima fra tutte il criterio con il quale i beni dello Stato dovranno essere trasferiti: non è chiaro se questi verranno ceduti alle Regioni e da queste alle loro province e comuni, come chiedono i governatori “pro regionalismo”, oppure dai comuni, come vorrebbero i sindaci fautori del “municipalismo”. Il testo portato in Parlamento prevede che lo Stato compili un elenco dei beni cedibili, che Regioni ed enti locali scelgano cosa prendersi e che l’attribuzione si faccia considerando le dimensioni territoriali, le funzioni esercitate e la capacità finanziaria degli enti che li domandano.
La mappa dei beni tra Nord e Sud. Aperto anche il problema dell’equilibrio – o meglio disequilibrio – tra le diverse Regioni ed enti locali, da cui diventa sempre più chiaro il “peso” che il provvedimento potrà avere sulle finanze delle autonomie locali. La Corte dei Conti, in audizione alla Commissione bicamerale per l’attuazione del federalismo fiscale conferma che il valore dei beni che potrebbero essere trasferiti si aggira intorno ai 3 miliardi. Una cifra che il presidente della Corte, Tullio Lazzaro, definisce “relativamente limitato”. Si tratta, tra l’altro, spiega sempre Lazzaro, di un patrimonio “fortemente sperequato”, per quanto riguarda la distribuzione e il valore.
I beni del nord valgono il doppio di quelli del sud. Dati alla mano, in effetti, se i circa 17.400 beni a disposizione sono distribuiti più o meno uniformemente sul nostro territorio, il loro valore indica un notevole gap tra settentrione e mezzogiorno. Si parla, infatti, di 1,3 miliardi al nord contro 756 milioni al sud.
Il Lazio la fa da padrone, seguito dal Veneto. La prima regione del sud a comparire è la Campania al quarto posto, una delle 3 regioni del sud nelle prime 10. Di quei 3,2 miliardi di beni disponibili, infatti, un quarto sta in un’unica regione, il Lazio che, in base al trasferimento dei beni, potrebbe contare su 859.751 milioni. Si tratta del 27% del totale del valore trasferibile contro un peso in termini di popolazione residente del 9,4%. Un dato che salta agli occhi se paragonato, ad esempio, a quello della Lombardia dove è localizzato il 9,8% del valore dei beni trasferibili a fronte di un peso del 16% in termini di cittadinanza. Il Veneto (364 milioni) ne ha più della Lombardia (315) che però ha il doppio degli abitanti. Liguria e Marche hanno la stessa popolazione, ma la prima ha beni demaniali cinque volte superiori alla seconda (184 milioni contro 38).
Una guerra tra poveri? Insomma, secondo la Corte dei Conti, nonostante il federalismo demaniale possa rappresentare un “volano” per la riqualificazione dei territori, la “dimensione ridotta dei ‘valori finanziari’ e la forte disomogeneità della distribuzione territoriale rischiano di rendere una distribuzione molto frazionata dei beni, in cui prevalga il solo criterio territoriale, poco produttiva”. Il federalismo demaniale, insomma, rischia di trasformarsi in una guerra tra poveri visto che, come abbiamo visto, dei 46,8 miliardi di patrimonio a disposizione il rendimento è appena di 189 milioni l’anno.
L’opposizione. Le opposizioni, Pd in testa chiedono più chiarezza su costi e garanzie della coesione nazionale. “Nessuna tabella – attacca la segretaria del partito di Bersani – è finora arrivata nelle commissioni parlamentari competenti. In questo quadro è sconcertante che il ministro degli Interni Maroni minacci l’interruzione della legislatura se non verrà completato il federalismo fiscale”.
Il debito pubblico. I nodi non mancano: altra questione spinosa è quella legata al debito pubblico italiano, in parte garantito da questi beni di cui ora lo Stato si priva. Lo Stato, infatti, è obbligato a usare i proventi delle sue dismissioni per la riduzione del debito pubblico, ma Regioni, Comuni e Province non hanno questo obbligo. C’è poi un ulteriore rischio: il decreto prevede la possibilità di attribuire i beni immobili direttamente a fondi immobiliari costituiti da enti territoriali a cui possono partecipare anche soggetti privati, con il pericolo di svendere il patrimonio immobiliare pubblico. Sarebbe dunque necessario da parte degli enti locali l’mposizione di vincoli alla destinazione d’uso di questi immobili.
Il percorso della legge. Anche le scadenze relative al provvedimento sembrano essere troppo ravvicinate: la legge si deve fare entro il 21 maggio, data entro la quale ci sarà il secondo e definitivo passaggio a Palazzo Chigi. Quindi, entro 21 agosto tutte le amministrazioni pubbliche centrali dovranno dire quali immobili e terreni vogliono tenere per sè e motivare la loro decisione, a settembre l’Agenzia del demanio pubblicherà l’elenco dei beni disponibili.
Una lista di massima il ministero dell’Economia già ce l’ha, su quella ha stimato i 3,2 miliardi di beni trasferibili. Quindi sarà il turno di regioni ed enti locali, che entro il 21 dicembre dovranno dire quali di quei beni vogliono prendere. Potrebbe quindi accadere che vi siano due diverse amministrazioni che richiedono il trasferimento dello stesso bene, ma in questo caso non è stabilito chi sarà l’effettivo beneficiario o se tra i due contendenti il bene rimarrà allo Stato.
Dal 2011 entrano in scena i nuovi proprietari. A partire dal 21 gennaio 2o11 potranno essere varati i decreti per l’attribuzione ai nuovi proprietari. Nel caso tutto dovesse stare nei tempi, considerati “strettissimi” dalla stessa Agenzia del demanio che ha consigliato al governo di prevedere tempi più lunghi, il compito di fare in modo che tutto fili per il meglio sarà degli amministratori locali e le decisioni anche dei cittadini. Sindaci, governatori, presidenti di provincia dovranno indicare sui siti Internet dell’amministrazione cosa intendono fare con i beni ricevuti e la legge prevede che su questi progetti si possano indire delle consultazioni pubbliche, anche telematiche, tra i contribuenti.
Il parere dei cittadini. I beni demaniali di proprietà degli enti territoriali “riconvertiti” ad esempio in alberghi o supermercati dovranno dunque passare al vaglio dei cittadini, che decideranno se approvare o meno l’idea e la “valorizzazione” di quei beni. Attenzione, però: le amministrazioni locali non sono obbligate a consultare i cittadini. Se lo faranno, quei beni non più statali saranno paradossalmente, per la prima volta, veramente dello Stato. (da affariitaliani.it)martedì 30 marzo 2010
226) LUCA ZAIA E' GOVERNATORE DEL VENETO: e saluta i suoi sostenitori con una lettera in lingua veneta.
Ne tocarà, i giorni a vegner, de lesar sui giornai i rajonamenti dei studai sul voto; i discorerà sui "flussi elettorali", sui "dati scorporati" - e ghe mancaria altro. I fa ben!
Na roba parò a ga da essar ben ciara: el Popolo veneto ga dito che vol a libertà, a sicurànsa e a paronansa a casa soa. A la vizilia del voto ghe go domandà ai Elettori de tegnar de conto al fato che ste elezion regionali podeva essar un plebiscito par el Veneto che i vol. A xe stada na risposta ciara e forte. Ne toca a noaltri, tuti insieme, far in maniera de rincuràr a volontà del popolo: che vègna sùito el federalismo de le tasse, el tajo al dessipamento fato da quei che no i sa da dove che a vien coi schei de a xente che laora! Ghe vol sùito istituzion nove!
Sta qua xe a vitoria del Veneto, de i so òmeni e de e so fémene. Vojo sperar che metaremo da na banda i mal de pansa che le votassion fa vegner.
Mi sarò el Presidente de tuti; e par tuti me darò da far e tuti scoltarò!
Gavemo un gropo da desbroiar che no xe mia da poco. Penseo che sia un dogo farse dar el federalismo? Fin a un co' noaltri veneti gavemo tirà a careta anca par chealtri. Ma desso xe ora, e sarìa anca passada, che pensemo na s'cianta anca par i nostri fioi. Ghe vorìa de vedar un fiantin più in là. Securo che el Veneto xe na region maravejosa, ma xe ora che se descante: a politica a serve par cresar. Na man ai altri ghe a daremo, ma prima - come farìa un bon pare de fameja - dovemo pensar a la nostra xente, a spendar i schei fruto del nostro laoro par la nostra tera.
Ghe vol qualchedun che se sacrifich! e a pròvar el federalismo? Semo qua, ghe pensemo noaltri veneti a andar vanti par capir cossa che sconde el futuro. E par scomisiar, ne core suìto un novo Statuto, che a nostra Region a speta da massa temp. Gavemo da risvejarse come popolo, trovar la dignità e l'autonomia che gavemo perduo dai tempi de la Serenissima Republica.
Se meta el cor in paxe quei che ga paura de un rabalton. Col voto del Popolo veneto xe scomisiada na nova stajon. A poitica xe mejo che a cambie passo. E che nessun prove a tirarse indrio. Mi par primo. So che se go l'onor de combatar par a libertà del Veneto el merito xe de a passion e dei sacrifissi de tanti òmeni e fémene che ga fede ne la storia de a nostra Comunità. Ghe rendo grassie a tuti de cuor, uno par uno; e co lori, ringrassio anca i elettori che ne ga dà el so voto.
No lassaremo che a so bona volontà vegna stuada ne le stanze dei palassoni romani o venessiani.
Quel che i vol, i Cittadini veneti lo gà dita ciaro col so voto. A lori, e sol a lori, ghe respondaremo.
Luca Zaia
venerdì 5 marzo 2010
225) SECCHI DI CORRENTE, CONTRABBANDO DI WATT : in Regione Veneto (forse) si parlerà anche di questo.
martedì 22 dicembre 2009
224) EMERGENZA NEVE, TUTTOLOGI ESPERTI DEL GIORNO DOPO E CRITICONI NULLAFACENTI.. ma c'è anche chi ragionevolmente apprezza.
Nei magazzini comunali la normale scorta di sale per le emergenze è pronta, i mezzi di intervento vengono allertati, i pochi dipendenti del Comune entrano in azione immediatamente e si prodigano al meglio con i mezzi che hanno e con il prezioso aiuto dei VOLONTARI (ribadisco, Volontari) della Protezione Civile. Precedenza a scuole, asili, municipio, strade di collegamento, sottopassi, incroci... in poche ore si è costretti a procurarsi altro sale ed un ulteriore carico viene procurato domenica. in 24 ore vengono sparsi sulle strade del territorio 400 quintali di sale e si riesce a mantenere aperte le scuole e tutti i servizi. (emergenze del passato sono state tranquillamente gestite con 50/60 quintali).
E si sprecano giudizi e sentenze: "il comune non ha fatto..""il paese è completamente ghiacciato""Le strade sono sporche" sporche si, ma percorribili,
dimenticando che bisogna fare i conti con storicità: mai una nevicata simile si era vista a Scorzè, bisogna fare i conti con i mezzi a disposizione: non siamo la Provincia autonoma di Bolzano con i suoi miliardi ed i suoi spazzaneve, non abbiamo decine di operai come altrove, non ci hanno mandato i militari, non abbiamo i volontari di Treviso, educati e sensibilizzati da anni, non abbiamo le attrezzature idonee per affrontare tali emergenze.
Grazie a chi si è dato da fare, grazie agli operai che hanno lavorato ininterrottamente per due giorni, grazie ai volontari che si sono prodigati...
domenica 20 dicembre 2009
223) LUCA ZAIA FOR PRESIDENT: A CESARE QUEL CHE E' DI CESARE, IL VENETO ALLA LEGA NORD
lunedì 14 dicembre 2009
venerdì 11 dicembre 2009
222) DA ROMA FINALMENTE UNA BUONA NOTIZIA: la Lega Nord propone di ridurre il numero dei parlamentari
CALDEROLI - RIFORME: “DA LEGA PROPOSTA PER RIDURRE NUMERO PARLAMENTARI. PUO' ESSERE LEGGE IN SEI MESI”
“Per coerenza con il taglio delle poltrone negli enti locali realizzato nella legge Finanziaria, in attesa di una proposta da parte del Governo di una riforma costituzionale complessiva, ho richiesto ai capigruppo della Lega Nord alla Camera e al Senato di presentare una proposta per tagliare l’attuale numero dei deputati e dei senatori, intervenendo, pertanto, soltanto su questo specifico punto della Costituzione.
La mia richiesta è già stata fatta propria dai gruppi parlamentari della Lega Nord e se il Parlamento e le forze politiche si dimostreranno coerenti con le dichiarazioni pubbliche rese fino ad oggi a riguardo questa proposta potrebbe diventare legge nel giro di poco più di sei mesi e dovrebbe raccogliere un consenso così ampio da non rendersi possibile il ricorso al referendum confermativo.
Ora è il momento di passare dalle parole ai fatti”.
Lo afferma il senatore Roberto Calderoli, Ministro per la Semplificazione Normativa e Coordinatore delle Segreterie Nazionali della Lega Nord.
venerdì 27 novembre 2009
sabato 14 novembre 2009
221) INFORMAZIONE INNANZITUTTO, migliorato il servizio Newsletter del Comune di Scorzè.
Assemblee, Consigli Comunali, informazioni di pubblica utilità, direttamente a casa tua con il servizio newsletter del Comune di Scorzè. Non è una novità, ma è ancora poco utilizzato e consiglio a tutti di approfittarne per essere informati.
Con il servizio "Newsletter" il Comune di Scorzè entra nelle case dei propri cittadini con le iniziative culturali, con le novità del sito web e con tutte le informazioni di carattere istituzionale di interesse generale.
Aderire al servizio è semplice, basta compilare i campi indicati ed attendere una e-mail di avvenuta iscrizione.
clicca qui per iscriverti alla newsletter
giovedì 5 novembre 2009
220) ASSEMBLEE PUBBLICHE, L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE INCONTRA I CITTADINI

Amministrare significa risolvere i problemi (e vi assicuro che sono tanti), e per risolvere i problemi bisogna conoscerli.
calendario assemblee
RIO SAN MARTINO
LUNEDI’ 9 NOVEMBRE 2009 – ORE 20.30
Atrio scuola elementare
PESEGGIA
GIOVEDI’ 12 NOVEMBRE 2009 – ORE 20.30
Sala Stignani-Salici (sopra la nuova mensa scolastica)
CAPPELLA
MARTEDI’ 17 NOVEMBRE 2009 – ORE 20.30
Oratorio Noi
SCORZE’
GIOVEDI’ 19 NOVEMBRE 2009 – ORE 20.30
Teatro Elios – Aldò
martedì 27 ottobre 2009
218) VIZI PRIVATI E PUBBLICHE VIRTU' , la politica va a puttane... e allora?
La mia solidarietà a Marrazzo (che non mi piace), a Berlusconi (che mi piace ancora meno), al deputato UDC che fa le orge in Hotel (e chi se ne frega) e a tutti coloro sbattuti in pasto alle malignità del popolo bue per questioni che non devono essere pubbliche.
Voglio un Ministro che vada a letto con un monopattino ma che sia onesto, e un premier che si infili un decespugliatore acceso nel culo un ma sia in grado di far ripartire l'economia e dia fiducia alla nazione.
'Fanculo la stampa del gossip e i paparazzi senza scrupoli.
domenica 11 ottobre 2009
217) PREMIO NOBEL A OBAMA. Lo show dei tarocchi continua.
Prossima tappa: Beatificazione di Barak, che sembra ormai destinato alla santificazione già nei prossimi mesi.
Questo Nobel assurdo e regalato forse vuol essere un premio alle intenzioni, un piccolo incoraggiamento, o forse è normale usare il premio Nobel per dire a qualcuno: "Non hai fatto un cazzo per meritartelo, ma confidiamo nel futuro"....
E dall'alto Teresa di Calcutta guarda giù e si sente confusa...
mercoledì 7 ottobre 2009
216) DRAMACLUB, ARTE A SCORZE': L'EVOLUZIONE DEI WRITERS IN VILLA ORSINI dal 10 al 30 ottore.

Dai muri alle tele, dalla vernice spray alle materie plastiche. Percorsi che hanno trasformato alcuni dei writers più noti della regione in artisti riconosciuti su scala nazionale ed europea. Delinearli, scoprirli oltre dieci anni dopo la stagione più florida della graffiti-art, è l’obiettivo di Post, esposizione allestita dal 10 al 30 ottobre negli spazi di Villa Orsini, Scorzè.
La mostra, seconda avventura espositiva dell’associazione The Dramaclub, propone le opere di dieci autori cresciuti tra muri e vicoli bui di un’espressione artistica difficile, perennemente in bilico tra l’ostilità di un panorama urbano che ancora non aveva avuto modo di accettarla e la foga irrefrenabile di un nuovo movimento creativo.
martedì 6 ottobre 2009
215) ACQUA MINERALE, TASSA, PENALIZZAZIONI, DATI, AZIONI.... E SINISTRE ASSURDITA'.
A luglio si insedia la nuova amministrazione (il 7 luglio primo consiglio comunale) e immediatamente si attiva per risolvere la questione.
Anche il PD di Scorzè scrive, si interessa, e chiede di trovare una soluzione per ridurre la tassa in questione e non mettere a rischio i posti di lavoro e viene pubblicato sul sito un documento a firma di due consiglieri comunali che riporto per intero:
Tassa di 3 € al metro cubo sul prelievo di acqua per imbottigliamento
"Per questo motivo", continua il capogruppo Zugno, "ed anche per Raccogliere l'invito del sindaco alla collaborazione su questo tema, abbiamo Presentato Che una mozione impegna sindaco e Giunta ad Incontrare urgentemente il Presidente della Giunta regionale, e, congiuntamente ad una Delegazione consiliare, il Presidente del Consiglio Regionale insieme ai gruppi ivi rappresentati, per CHIEDERE con forza la revisione della tassa sul prelievo d'acqua.
Abbiamo altresì chiesto al Presidente del Consiglio Comunale di Inserire d'urgenza la discussione dell'argomento al primo consiglio utile, cioè domani sera. Sappiamo di non se la richiesta Sarà accolta, ma ci auguriamo Che prevalga la sensibilità al problema ed il senso di responsabilità.
DOBBIAMO fare tutto il possibile Perchè l'azienda di Scorzè continui a rafforzarsi sul Mercato, garanzia di occupazione per tanti scorzetani ed Fondamentale elemento di serenità economica per numerosissime famiglie. Contare Senza, poi, anche l'stagionale Importanza dell'occupazione e dell'impatto sull'indotto ".
domenica 4 ottobre 2009
214) DRINK, DRUGS or DRIVE!

GUIDA QUANDO NON BEVI
BEVI QUANDO NON GUIDI
ALCOOL E DROGHE ALLA GIUDA UCCIDONO NON SOLO TE (CHE NON GLIENE FREGA NIENTE A NESSUNO), MA ALTRE PERSONE CHE FORSE PREFERISCONO VIVERE.
CHI GUIDA SOTTO GLI EFFETTI DI ALCOOL E' SEMPLICEMENTE UN POTENZIALE ASSASSINO.
giovedì 1 ottobre 2009
213) IGINO MICHIELETTO TUONA: "LEGHISTI STUDIATE LA STORIA!"- ... Igino, studiati la storia e anche la grammatica!
Ben ricordo a proposito di cultura un episodio che anche i giornali riportarono in relazione ad una lettera di poche righe indirizzata ai consiglieri di allora, la qual lettera conteneva una decina di errori di ortografia in sei-sette righe.... quindi, direi che la cultura manca non solo a casa dei leghisti, ma anche altrove!
ecco l'articolo della nuova Venezia:
Michieletto scrive ma fa troppi errori
la Nuova di Venezia — 19 agosto 2004
SCORZE’. C’è una «lettera scarlatta» nell’estate di Scorzè a mantenere accesi gli animi in un confronto politico che, dalla rivoluzione di luglio della «sindachessa» Clara Caverzan, non ha subito tregua alcuna. Una lettera che è «una presa in giro», «uno scherzo goliardico», «un’offesa alle istituzioni» a seconda di chi commenta quanto accaduto nelle scorse ore nei corridoi del palazzo municipale.
Sentite questa: mercoledì 11 agosto Igino Michieletto, consigliere regionale della Margherita, ex sindaco, e deus ex machina dell’opposizione di Scorzè, spedisce una lettera, con l’ufficialità della carta intestata del consiglio regionale, a sindaco, assessori, e consiglieri comunali. L’oggetto è la discussa variante 515 nel tratto Noale - Scorzè. Una lettera in cui Michieletto: ricostruisce la cronistoria della discussione sul passante e della decisione presa nel 1997 di realizzare la tangenziale sud a Scorzè (la variante alla 515) per intercettare il traffico del centro cittadino, accusa la nuova giunta di voler impedire questo disegno, e la invita a trovare soluzioni per la viabilità. Ma i contenuti passano presto in secondo piano perché, dopo poche ore, affissa in municipio compare la lettera di Michieletto, incisa con la penna rossa a segnare gli errori grammaticali e di sintassi in cui è inciampato il consigliere regionale durante la stesura.
In calce c’è anche il giudizio, che recita all’incirca così: «Benino meno, so che puoi fare meglio». A chiedere in giro, agli uomini della maggioranza, ci si sente rispondere che «è stato un buontempone». Un buontempone che ha indispettito non poco Michieletto: «Un gesto - ha detto - che denota scarsissimo rispetto per le istituzioni». (Francesco Furlan)
io aggiungerei che il consigliere ha "pochissimo rispetto per l'italiano".
Una affermazione seria e veritiera è uscita dalla bocca del Regional Piddino Consiglier Igino durante una assemblea pubblica sulla viabilità durante la quale il Michieletto ha esposto una visione curiosa, personalissima ed originale della questione sr515 (quella dei campi di salzano e della salute di scorzè) condita da "incredibile che si fermi un appalto" "mai successa una cosa simile" "Questa amministrazione....."
quando ha dichiarato sconcertato riferendosi alla nuova amministrazione: - hanno cancellato la strada, non c'è una programmazione seria (come se l'unica programmazione seria fosse la sua), ne hanno combinate in 5 anni... E LI HANNO VOTATI DI NUOVO!!!
E ALLORA, CARO IGINO... prendi atto, scorzè ha preferito votare la coalizione di centrodestra non ostante quello che tu sostieni abbia combinato, o forse Scorzè ha preferito non votare il tuo centrosinistra perchè ne ha combinate di più e di più grosse! (e questa è storia!)
Il popolo sovrano ha scelto, cerca di adeguarti.
Ps: arriveresti ad appoggiare Galan (quello che volevi regalare ai trentini) pur di creare il Partito Antilega... (vedi articolo) (e dichiarazione) negando ancora una volta la storia... ma fortunatamente i tuoi compagni di partito ti hanno smentito all'istante, perchè della storia sanno qualcosa di più.
martedì 25 agosto 2009
212) RALLY CITTA' DI SCORZE' 2009: i video dell'appuntamento rivelazione, decine di migliaia gli appassionati lungo il percorso.
articoli su:
Il primo video è un tributo a Jean Ragnotti, il pilota che in questo filato d'epoca "danza" con una Maxi Turbo5 Renault.
Grandi preparativi al parco assistenza con oltre 100 scuderie al lavoro
Qualche immagine della gara
Grazie alla organizzazione giudicata PERFETTA dagli addetti ai lavori la sicurezza era garantita da un centinaio di commissari di percorso e piazzole delimitate per l'enorme quantità di pubblico accorso. Qualche spettacolare incidente assolutamente senza conseguenze nel video che segue
Ecco l'emozione di correre una prova speciale all'interno di una vettura da rally.... con finale a sorpresa.
Così il "Rally Città di Scorzè" si conferma manifestazione apprezzata e attesa da migliaia di persone (oltre 10.000 gli appassionati ed i curiosi presenti) e si rivela essere sul territorio l'evento sportivo che in un solo giorno attira più persone a Scorzè e lungo il tracciato delle prove speciali che si snoda su ben tre province (Venezia-Padova-Treviso) e quattro comuni (Scorzè-Trebaseleghe-Noale e Zero Branco).
lunedì 17 agosto 2009
211) INNO?? DE CHE?? DE CHI?? ma lo avete mai letto???
(da Quirinale.it)
Fratelli d'Italia
L'Italia s'è desta,
Dell'elmo di Scipio
S'è cinta la testa.
Dov'è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Noi siamo da secoli
Calpesti, derisi,
Perché non siam popolo,
Perché siam divisi.
Raccolgaci un'unica
Bandiera, una speme:
Di fonderci insieme
Già l'ora suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Uniamoci, amiamoci,
l'Unione, e l'amore
Rivelano ai Popoli
Le vie del Signore;
Giuriamo far libero
Il suolo natìo:
Uniti per Dio
Chi vincer ci può?
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Dall'Alpi a Sicilia
Dovunque è Legnano,
Ogn'uom di Ferruccio
Ha il core, ha la mano,
I bimbi d'Italia
Si chiaman Balilla,
Il suon d'ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò.
Son giunchi che piegano
Le spade vendute:
Già l'Aquila d'Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d'Italia,
Il sangue Polacco,
Bevé, col cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L'Italia chiamò
Tanto parlare in questi giorni di una canzone (inno per alcuni) (delirio di un invasato secondo me) che nessuno conosce: diciamolo onestamente, pochi italiani sanno a memoria la prima delle cinque strofe (per intenderci quella che canta la Nazionale di calcio....) ma NESSUNO conosce le altre quattro, e fa sorridere vedere che frasi come "i bimbi d'Italia si chiaman balilla" abbiano resistito tanti anni, ed il motivo è solo uno: dell'esistenza di tale verso non ne sa nulla la stragrande maggioranza dei patriottici difensori dell'"inno" che di bello probabilmente ha solo la musica, una marcetta molto orecchiabile ma poco solenne divenuta ormai refrain delle glorie calcistiche e quindi emozionante.
Apprezzo personalmente il passaggio "Dovunque è Legnano" chiaro riferimento alle gesta di quell' Alberto da Giussano tanto caro al Carroccio ed il fatto che l'autore riconosca che "Non siam popolo" come ancora è dopo oltre cento anni.