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giovedì 2 giugno 2011

235) QUESTIONE IMMIGRATI: Lettera del Sindaco di Scorzè al Ministro Maroni ed al Prefetto.


Egregio Signor Ministro, Gentile Signor Prefetto,

La presente in riferimento alla odierna cortese richiesta, proveniente dal Signor Prefetto, di comunicare le disponibilità ricettive nel territorio di competenza del Comune di Scorzé per l’accoglimento di profughi provenienti dai paesi del Nord Africa.

Come già specificato nel corso dell’assemblea svoltasi il 18 maggio, sono a rappresentare alle Signorie Illustrissime Vostre la più ferma, convinta e totale contrarietà dell’Amministrazione Comunale a collaborare con il governo nazionale per attuare una soluzione non condivisa al problema dei profughi. La proposta del Governo nazionale di approntare strutture comunali di accoglimento a fronte di un versamento giornaliero dai 40 ai 46 euro a persona al giorno non è infatti attuabile né sostenibile.

Non è attuabile perché l’Ente Comune non è l’organo deputato a far fronte ad una emergenza simile. Non disponiamo di strutture, non abbiamo disponibilità organizzative. Ci troviamo in situazioni operativamente non concretizzabili a fronte di una necessità di assistenza e sorveglianza prolungate e indefinite.

Non è sostenibile per una serie di ragioni politiche. La prima riguarda la natura del fenomeno: le persone sbarcate vengono definite “profughi”. Sappiamo tutti quanto questa definizione sia opportunistica. Si è di fronte a un fenomeno migratorio di massa di persone che non provengono solo da zone di guerra ma che, in tutta evidenza, sono in Italia per ragioni economiche e non di persecuzione personale. Definire di principio tali uomini come profughi e mantenerli in strutture di accoglienza è una precisa scelta politica del governo nazionale, ben al di là della natura delle cose. E’ un atto di ipocrisia politica non accettabile e, comunque, non razionale. Ogni persona che arriva o si trova qui in Italia potrebbe quindi essere definita profuga o potrebbe chiedere di essere definita tale.

La seconda ragione politica di contrarietà sta nel sostegno economico previsto. In un momento di fortissima crisi economica, come è possibile prevedere l’enormità di 40 euro al giorno a persona, pari a 1240 euro al mese? L’esperienza di amministratori comunali ci fa capire subito la gravità di una scelta del genere: abbiamo nel nostro territorio interi settori della popolazione in difficoltà. Pensionati minimi, diversamente abili, studenti e disoccupati, tutte categorie che vivono con molte meno risorse e alle quali rispondiamo che oggi lo stato non ha soldi, non ha possibilità. Gli stessi cassaintegrati al mese precepiscono una indennità inferiore, per non parlare di molti stipendi di operai generici o non specializzati. Vi sono centinaia di famiglie indebitate per pagare mutui mensili che vivono con cifre ben inferiori. E’ impossibile giustificare tutto questo. Ricorrere a incrementare i finanziamenti per accogliere queste persone immigrate irregolari al fine di vincere le resistenze politiche, è un tipico modo centralista e tardo imperiale per far digerire alla periferia scelte non condivise. In questo caso però le contraddizioni scoppiano in modo deflagrante: i soldi pubblici vengono dai nostri cittadini. Oggi una scelta del genere è un insulto.

La terza obiezione è che già oggi nel nostro territorio esiste, seppur limitato, il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Perché il clandestino che si trova nel nostro paese non può essere sostenuto e va espulso e questi immigrati altrettanto clandestini vengono invece tutelati? Essendo il nostro uno Stato di diritto, tale differenziazione non è giustificabile. Se una persona arriva a Lampedusa allora ha diritto alla proposta di accoglienza, se è già qui, magari da mesi o anni, in condizioni di precarietà e illegalità, a volte sfruttato e senza protezioni, allora non ha più diritto a nulla. La legge deve essere uguale per tutti e non rispettarla e non farla rispettare è il primo errore della classi dirigenti. Noi siamo convinti che il fenomeno migratorio vada fermato perché ha superato, e non da oggi, la soglia di sostenibilità e di integrazione pacifica. Su questa linea vi è stata, finora, la politica del Governo. Se vi è un cambio di visione, lo si dica esplicitamente e lo si applichi a tutti gli immigrati. Non si ricorra a definizioni tipo “emergenza”, “calamità” o “stato di necessità”.

Con la dovuta premessa che essendo obiezioni di natura politica, esse vanno rivolte più propriamente all’organo politico di vertice, il Ministro degli Interni, e non alla rappresentanza amministrativa territoriale del Governo; in questo senso e con questa motivazione, abbiamo inserito come primo destinatario della presente il Ministro stesso.

Di poco momento è il richiamo in questi giorni effettuato alla solidarietà tra Istituzioni. Essa c’è comunque, come è obbligo e doveroso che sia. Ma non si può scambiare la solidarietà per acquiescenza, il rispetto per riverenza e la collaborazione per servilismo. L’Ente Comune non è gerarchicamente sotto ordinato né è organo meramente esecutore della volontà dell’Esecutivo nazionale. I cultori dell’autonomia e della sussidiarietà lo hanno ben presente. Il Comune è la più vicina espressione di rappresentanza dei cittadini e, come organo amministrativo, risponde politicamente agli elettori per la propria competenza.

Noi facciamo appello al Governo affinché modifichi le decisioni prese ed avvii le procedure per il rimpatrio degli immigrati irregolari nel rispetto delle attuali leggi in vigore. In caso contrario, non condividendo la scelta effettuata, attueremo tutte le forme di protesta e di pacifica disobbedienza rispetto ad una politica inconcludente, intellettualmente ipocrita e operativamente confusa; salva, ovviamente, ogni ulteriore riserva di intraprendere le azioni, anche legali, più opportune.

Assicuro le Signorie Illustrissime che se fossimo posti di fronte all’alternativa di scegliere tra la fedeltà al mandato ricevuto dai cittadini di Scorzé e l’esecuzione di un ordine proveniente dal Governo, sceglieremo sempre e comunque, anche a costo delle dimissioni, la fedeltà al nostro territorio.

Cordiali Saluti,

Giovanni Battista Mestriner

10 commenti:

Anonimo ha detto...

bravissimi!

MAXIMILIAN III MIANE ha detto...

QUOTATO AL 100%. BISOGNA AVERE CORAGGIO E COERENZA COMPLIMENTI A SCORZE'- MAXIMILIAN III

Niero Ilario ha detto...

sono d'accordo pure io una lettera sensata che interpreta pure il sentimento di una buona parte di elettori di una sinistra moderata a cui do il mio sostegno

kavi ha detto...

Queste sono ragioni sostenute da molti validi motivi.Uno tra tanti e' che tra quegli immigrati ci sono sicuramente molte persone ragionevoli che pero',secondo me,sono in grande minoranza rispetto alla massa degli altri che sono facilmente predisposti ad essere arroganti,cafoni e violenti dovuto alla propria maleducazione(educazione che non hanno assimilato nonostante gli sia stata impartita dai genitori o che non hanno appreso essendosi sviluppati in contesti sociali poco curati)e magari convinti di far parte dell'unica religione vera.Ho sentito dire che in una quartina di Nostradamus ci sia scritta una frase del tipo"arrivano come "poveri" e poi vogliono comandare".Sembra molto attuale.Ho conosciuto diversi musulmani e,soprattutto tra quelli provenienti dal nord Africa,pochi sono abbastanza ragionevoli e capaci di socializzare sinceramente in modo rispettoso con altre culture e religioni.Invece ho conosciuto altri musulmani africani,ad esempio Senegalesi,tranquilli,socievoli,di cuore e sinceramente amici.Tornando alla lettera del sindaco credo che quell'anima(il sindaco)abbia espresso in prima persona con abilita' e coraggio il pensiero della maggior parte degli italiani.Bisogna rimettere un po' di ordine:meglio prevenire che dover curare.Applichiamo le buone intenzioni per raggiungere uno stato di ordine ed armonia.

Anonimo ha detto...

Maroni .... il noto comunista?

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COMPLIMENTI AL SINDACO PER LA FERMA RISPOSTA.

BRAVISSIMO!

PAOLO F.

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