:::::::: REGOLE DI CORRETTEZZA::::::::

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lunedì 11 aprile 2011

233) Il Consiglio Comunale di Scorzè dice NO ai clandestini.

No al centro di accoglienza immigrati nel territorio. No alla tendopoli. No al rifugio per immigrati clandestini ma un invito a limitare e ridurre il flusso migratorio che si sta verificando dalle coste del Nordafrica e provvedere, casomai, alla celere espulsione dei clandestini.

Questo in sintesi l'ordine del giorno approvato dalla maggioranza, contrarie le opposizioni, venerdì sera in consiglio comunale per esprimere la contrarietà dell'amministrazione comunale all'ipotesi di utilizzo della base missilistica di Peseggia come centro di accoglienza immigrati.

L'area in questione non possiede requisiti adeguati di sicurezza e sorvegliabilità e tantomeno requisiti igienici. Il flusso migratorio pregiudicherebbe la sicurezza di tutto il territorio e la base non possiede servizi igienici soprattutto nel caso venisse innalzata una tendopoli.

Nel territorio di Scorzè l'immigrazione ha già superato il livello di sicurezza.

Scorzè quindi non ha bisogno di ulteriori immigrati, soprattutto quando si tratta di extracomunitari clandestini (nessun profugo di guerra, nessun bambino, niente donne, nessun esiliato politico...) che approfittano del momento di confusione in nordafrica per sbarcare a Lampedusa e entrare in europa in barba alle regole, organizzando addirittura cortei di protesta perchè mancano le sigarette o non è gradito il pasto servito nel centro accoglienza.

CALCI NEL CULO! Non si tratta di profughi di guerra, ma di giovanotti tra i 17 e i 40 anni, benvestiti, con telefonino, che hanno sborsato da 2 a 5 mila euro per arrivare sulle coste italiane. Molti di loro sono vecchie conoscenze delle forze dell'ordine, quasi tutti spacciatori espulsi più volte, alcune decine già arrestati in quanto pizzicati a spacciare a poche ore dallo sbarco. A Scorzè di teppisti nordafricane ce ne sono già troppi, non è il caso di incrementare la dose.

domenica 3 aprile 2011

232) Pensioni ai "Nonni" extracomunitari: è boom di domande.

Senza aver mai versato contributi incassano 7.156 euro l’anno Gli extracomunitari con carta di soggiorno fanno arrivare in città i genitori over 65 che all’Inps chiedono il ‘vitalizio’ Tredici mensilità da 550,5 euro, mentre un veneto non ne incassa più di 500 pur avendo versato contributi per anni Ci sarebbe una certa preoccupazione anche a Modena per il dilagare di richieste d’ assegni sociali da parte di immigrati che, a quanto sembra, stanno mettendo in seria difficoltà l’Inps. Non esistono cifre precise del fenomeno,che possono essere forniti solo dalla Direzione Generale di Roma. Dalla capitale ci spiegano che i dati, per singole province, possono rilasciarli solo dopo una richiesta scritta all’Inps di competenza, incaricata poi di inoltrarla alla stessa Direzione Generale. Insomma, forse fra qualche mese si potrà sapere qual’è la situazione sul fronte assegni sociali agli immigrati. Ma in che cosa consiste questa richiesta da parte degli immigrati degli assegni sociali? Le cose stanno così: gli immigrati che hanno compiuto i 65 anni e non hanno redditi oppure sono sotto la soglia dei 5mila euro annui, hanno diritto a quella che una volta si chiamava “pensione sociale”. Quando gli extracomunitari regolari residenti in città o in provincia con tanto di carta di soggiorno in regola e residenza, si sono accorti delle normativa di legge – tutto deriva dalla legge 388 del 2000 (inserita nella finanziaria 2001 dell’allora governo Amato) che ha riconosciuto l’assegno sociale anche ai cittadini stranieri – non hanno fatto altro che presentare domanda di ricongiungimento familiare e far arrivare a Modena genitori o parenti anziani. Tra gli immigrati extracomunitari, pare che gli albanesi siano stati gli antesignani e maestri in materia. Come funzione questa legge varata dal parlamento italiano? L’extracomunitario regolare, dopo aver fatto venire a Modena i congiunti, manda i familiari o il familiare ultra- 65enne all’Inps. Qui l’interessato autocertifica l’assenza di reddito oppure dichiara la pensione minima nello Stato di provenienza – che deve essere certificata – e il gioco è fatto. L’Inps a quel punto eroga 395,6 euro al mese di assegno sociale, più 154,9 euro di importo aggiuntivo. In totale 550,5 euro per 13 mensilità quindi 7.156 euro l’anno, esentasse. In sostanza genitori, nonni e parenti tutti over 65 di lavoratori extracomunitari, percepiscono i 7.156 euro all’anno, senza aver mai versato alcun contributo all’Inps. Tutto questo mentre una buona fetta di pensionati nostrani, percepisce pensioni di 500 euro al mese, meno dell’assegno agli anziani stranieri e tutto questo dopo aver versato contributi e pagato tasse per una vita. C’è poi un altro particolare che sa tanto di “beffa”: se il genitore, il nonno, il parente straniero in Italia non si trova bene, può tranquillamente tornare in patria, tanto l’assegno continua a decorrere. E nei paesi nordafricani con queste cifre si vive da “nababbi”. Ultimamente comunque sono satte adottate restrizioni e gli stranieri che beneficiano dell’assegno sociale non devono lasciare il nostro paese. Le domande degli stranieri per l’assegno sociale sarebbero in costante aumento e vengono quasi sempre accolte dall’Inps, visto che la legge non prevede nè un minimo di versamenti e nemmeno un certo tempo di residenza.