Pubblico di seguito un sacrosanto sfogo di Clara Caverzan tratto dal nuovo sito Muro Libero del quale è coautrice .
Io ho fatto il Sindaco per la fiducia che alcune persone avevano riposto in me e volevo e dovevo concretizzare con tutte le mie forze ogni parola dei discorsi che erano usciti dalla mia voce e dalla mia penna prima e dalla mia tastiera poi. Non è stato difficile farlo e non è bastato. Sono convinta di aver realizzato il mio cursus honorum e quello dei miei cittadini. Che cosa è successo allora se adesso non sono più sindaco, ad un anno esatto dalla fine del mio mandato? Che cosa ha determinato in modo innaturale la fine dell' amministrazione da me capeggiata se non sono stata il sindaco degli appalti facili, dei metri cubi truccati, dei giochini e delle sporche strategie personalistiche di qualche politicante e di partito? Nessun ammanco illecito alle casse comunali, nessuna inchiesta giudiziaria a mio carico, nessun losco affare, nessuna mazzetta, niente di tutto ciò!
Ho difeso le istituzioni come volontà del popolo fino allo spasmo, conducendo un comune virtuoso, sempre nel rispetto del patto di stabilità, eppure qualcosa è successo. Ma che cosa?
Non tutti lo sanno ancora, c'è chi è convinto che io non sia più il Sindaco del Comune di Scorzè perchè ho scritto un libro, Desideria by Ophluchi, a torto definito dai media un libro hard, addirittura porno. E non più tardi di ieri sera ne ho avuta l'ennesima testimonianza diretta. Forse la gente che non capisce le storie contorte e sporche della politica cerca di consolarsi dando a sé stessa risposte più plausibili, più conformi al proprio modo di sentire. E' più facile andare a dormire con l'animo sereno sapendo che la Sindachessa è stata messa in castigo per aver osato troppo in un'opera letteraria.
Ma non è così. Ho governato quattro anni con amore e dedizione, sempre in prima linea, coadiuvata da persone laboriose che, come me, si erano poste come unico obiettivo: il bene di Scorzè, delle sue frazioni e dei suoi cittadini e cittadine.
Tra le persone laboriose, ( tra le quali non posso scordare anche i miei consulenti, che hanno lavorato per pura passione indefessamente, senza visibilità e senza compenso, ininterrottamente) c'era qualcuno che non era così fedele, nè così laborioso ahimè!
C'erano nella mia squadra degli infedeli, dei seguaci di un dio minore o, maggiore... a seconda:
il denaro che si può guadagnare facendo politica a Scorzè, magari smantellando le scuole elementari Marconi e al loro posto, visto che sono centralissime, fare palazzoni, senza gare d'appalto regolari, ma favorendo i soliti professionisti e il solito costruttore.
E allora eccoli questi non laboriosi, questi integralisti infedeli, fin dal primo giorno, ad attendere il sindaco per propinarle minacce e ricatti.
Se non concedevo sanatorie, cambi di destinazione d'uso più proficue ma illegali, per il capannone, per le baracche della fabbrichetta, per la vecchia fabbrica del padre in area agricola, per , per, per, non avrebbero garantito il voto al bilancio. E allora via con le autosospensioni di Forza Italia, partito di maggioranza nella maggioranza, con relativa paralisi dell'amministrazione pubblica; via con le pressioni estenuanti ad ogni riunione, con le violenze verbali e talvolta anche fisiche. Via con i Consigli Comunali sospesi per mancanza del numero legale. Ho governato quattro anni in questo clima di guerra, durante i quali in Comune è stato recapitato di tutto, dalle lettere anonime con insulti, alle infamanti diffamazioni, dalle affermazioni pericolose, al bossolo di una cartuccia con l'intimidazione di rito.
La situazione inizia a precipitare e a complicarsi vistosamente, quando riconosco l'assessorato tanto agognato ad A.N.. F.I. e l'opposizione ne approfittano per far saltare molti Consigli: il diritto di nomina a consigliere, di Scolaro Michele non viene riconosciuto più volte e si arriva agli interventi del Difensore Civico Regionale. In quei giorni a Forza Italia viene in mente di non presentarsi più in Consiglio fino a che ad uno dei suoi consiglieri, Walter Della Nave non verrà assegnato un assessorato. Il consigliere Walter Della Nave pretende di diventare assessore.
Poi, però, al mio assenso verbale, il consigliere comincia a temporeggiare. Mi dice di attendere, che c'è tempo.
Perchè? Alcuni dicono per timore di essere defenestrato subito, ma non è così e, la storia che è verità, mi darà ragione. Il sogno del Della Nave si stava realizzando.
(Ricordo un mattino d'inverno della passata amministrazione. Incontro, da Consigliera Comunale, il mio collega, Consigliere Della Nave Walter, in Via Roma. Mi dice che ha un piano in mente, si può far saltare l'amministrazione Centomo ( Sindaco prima di me) con una mozione di sfiducia, basta che firmino anche quelli della lista civica Nuova Democrazia ai quali si potrà promettere la candidatura a Sindaco al vicesindaco, Sergio Fabbris, della loro lista.)
Come poteva Walter Della Nave coronare il suo sogno di far saltare un'amministrazione?
E soprattutto questa amministrazione, quella della Caverzan, dalla quale non aveva avuto soddisfazione e non per ripicca, ma perchè proprio non si poteva pena l'arresto. Se fosse diventato assessore il Consigliere che sarebbe subentrato non l'avrebbe certo aiutato nel suo intento. E nemmeno gli altri, i quali purtroppo hanno capito le sue macchinazioni troppo tardi.
La sorte serve così al consigliere Della Nave Walter la soluzione in un piatto dorato.
Succede che il consigliere di A. N. Scolaro Michele è costretto per gravi motivi di salute a rassegnare le sue dimissioni.
Scolaro Michele si presenta nel mio ufficio la mattina del 18 marzo ( o era il 19? non ricordo, ma basta controllare nella mia agenda) vistosamente provato dalle sue condizioni, accompagnato dall'assessore di A.N., Natalino Salvati. Ha appena espresso la volontà di rassegnare le sue dimissioni perchè impossibilitato a continuare. In quel mentre, senza bussare, entra il segretario di A.N. Pietro Rino Michielan, il quale si rivolge all'assessore Natalino Salvati, alzando la voce e come io non fossi presente in quella stanza.
- Dove sono le dimissioni di Roberta Carraro, finchè su questo tavolo non ci sono le dimissioni della Carraro tu Michele non ti dimetti. Io sono quello che ha diritto a fare il consigliere, non la Carraro che non sa niente!
La Carraro, che era la prima dei non eletti dopo Scolaro Michele e prima di Michielan, avrebbe dovuto subentrargli dopo la giusta surroga, infatti non sapeva niente, ma non perchè non fosse preparata. Le pressioni verbali diventano sempre più forti fino a diventare fisiche e Michielan prende per un braccio Michele, per fermare il suo intento, alla sua terza richiesta affannosa:
- Sindaco mi dia un foglio che voglio dimettermi! Non ce la faccio più!
Sicché Michele si alza, cambia colore, mi gira le spalle e si piega in due. In un baleno faccio segno a Natalino di soccorrerlo mentre io di corsa vado ad informare la moglie che lavora in municipio.
Mi trattengo nell'ufficio del dirigente dell'area finanziaria che mi sarà testimone assieme a Natalino Salvati assessore di A.N. che entra mentre la moglie di Michele, dopo avermi chiesto il permesso che le viene concesso, sta per correre in soccorso del marito, sconvolta ed impaurita. Ma Michele non c'è più, se l'è portato via con sè il Michielan!
La sera del 19 marzo 2008 è convocato il Consiglio Comunale. Io arrivo senza aspettarmi nulla di buono, convinta che il Consiglio sarebbe saltato per mancanza del numero legale e avremmo finito la serata davanti alla solita amara pizza . Il segretario è assente, la vice-segretaria si avvicina a me molto preoccupata e mi avverte: - Hanno delle facce che non mi piacciono stasera...
_ Come?
Non sa rispondere, s'incupisce ancora di più ... è nervosa... tiene gli occhi abbassati... il tempo di pochi convenevoli con i consiglieri più anziani ed assisto da lontano ad un battibecco tra lei ed il Presidente del Consiglio. Mi avvicino ed hanno già finito . Mi allontano ed il battibecco continua più acceso di prima. Mi avvicino di nuovo e alla domanda
- Che cosa sta succedendo? - mi viene risposto - Niente!.
Ci siamo tutti, minoranza e maggioranza. Il presidente fa l'appello e passa alle comunicazioni. Vedo Della Nave dare un colpo brusco e nervoso al braccio di Scolaro Michele che si alza. A fatica. E' fortemente e nuovamente provato. Dice qualcosa che mi fa stringere il cuore. Penso a sua figlia alla quale ho insegnato per cinque anni. Legge alcune righe, la famiglia, la salute, per gravi problemi di salute, sono costretto a rassegnare le mie dimissioni. Si alza, fa un passo, si ferma,si asciuga il volto, anche altri consiglieri si commuovono fino alle lacrime. Continua il suo percorso fino al tavolo della presidenza. Noto che l'assessore di A.N. è assente. Consegna nelle mani del Presidente del Consiglio, Giovanni Battista Mestriner due fogli. In uno ci sono le dimissioni e nell'altro la delega delle stesse. Sta male non può consegnarle al protocollo. Il presidente fa mettere a verbale ma dice di non poterle accettare perchè le dimissioni vanno presentate personalmente al protocollo. Dopo di che, Giovanni si alza ed esprime al collega gli auguri del caso. Michele Scolaro non guarda in faccia nessuno e quando io mi alzo per esprimergli tutto il mio più sincero affetto politico, si alza e se ne va. Io continuo il mio intervento. Dopo di me chiede la parola un consigliere dell'opposizione: anche loro si dimettono, tutti. Infine il consigliere di Forza Italia Walter Della Nave dà il colpo di grazia e si dimette pure lui.
I consiglieri della Lega si mettono ad urlare tra l'incredulità generale, contro l'opposizione e Della Nave mentre escono pieni di soddisfazione incontenuta come butti.
Il giorno dopo, i Consiglieri dell'opposizione e della Nave arrivano presto in municipio muniti di fogli fino ai denti e aspettano a consegnare le proprie dimissioni: deve arrivare Michele e consegnarle per primo. Non si fidano. Se lui non si dimettesse più e loro invece sì, sarebbero a casa inutilmente . Michele arriva in municipio alle 9.30. Lo seguono al protocollo marcandolo stretto. Le dimissioni devono essere presentate contemporaneamente, in fascio, debbono avere le stesse motivazioni... almeno così recita un art. il 149 per far cadere un sindaco.
Michele alle 9.40 deposita le sue dimissioni ma il foglio è diverso da quello della sera prima perchè uguale a quello degli altri. Dopo che a Michele viene consegnata la sua ricevuta, esattamente 23 minuti dopo, è il secondo a tradire il mandato del popolo: Romano Centomo, il consigliere ex- sindaco. Dopo 8 minuti esatti il terzo. Poi via via tutti gli altri.
Dal canto mio nei giorni che seguono, procedo alle surroghe dei consiglieri dimissionari e continuo a governare in primis con l'approvazione del bilancio.
Dopo Pasqua arriva un fax dal prefetto che dice che non scioglie il consiglio e dice anche il perchè.
Walter Della Nave di Forza Italia assieme ad altri quattro consiglieri dimissionari fanno ricorso al TAR e lo vincono. Si apre un'inchiesta perchè i consiglieri ricorrenti vengono a conoscenza della sentenza molto prima che questa venga emessa, festeggiano e dichiarano ai giornali di aver vinto. Il Prefetto di Venezia, manda così un commissario prefettizio e sospende il Consiglio e la Giunta.
Si ricorre al Consiglio di Stato che però ricalca la decisione del TAR. Come mai il Consiglio di Stato emana una sentenza contro sè stesso? L'art. 149 non era la fotocopia di quello che era successo a Scorzè? Perchè dunque smentirlo? Che cosa è successo ancora?
Il 19 giugno 2008 anche Michele Scolaro tradisce il suo sindaco, la sua giunta, il suo partito e il suo Consiglio e solo a lui e a qualcun altro è dato sapere il perchè.
Lo fa apponendo la sua firma ( che più volte rinnegherà a colleghi di Giunta e di Consiglio e alla stampa) su un documento, che verrà depositato al Consiglio di Stato qualche giorno prima della discussione del ricorso, sottoscritto dai Consiglieri di minoranza e dal consigliere di Forza Italia Walter Della Nave.
" I sottoscritti - recita il documento - dichiarano con la presente che in data 20 marzo 2008 alle ore 9.40 circa si sono presentati contemporaneamente presso l'ufficio protocollo ed hanno rassegnato, seppur con atti separati, le proprie dimissioni dalla carica di Consiglieri Comunali del Comune di Scorzè. "
Oggi 12 settembre, il Presidente della Repubblica non ha ancora sciolto il Consiglio Comunale di Scorzè.
Questo è tutto, ognuno tragga le conclusioni che ritiene opportune, da parte mia (per le parti alle quali ero presente) confermo ogni parola di quando sopra descritto, e sono amareggiato, indignato e schifato, ma consapevole che non bisogna arrendersi neanche di fronte all'arroganza e al potere di QUALCUNO ... lasciare il paese in mano a persone indegne di fiducia significherebbe gettare la spugna.